by Stephanie
Oggi dopo la riunione Sacramentale, alcuni gentili membri del
rione hanno donato dei pensierini ai padri nella stanza per la Festa del Papà. Dopo
che lo ha ricevuto, ho guardato quello di mio marito: un pacchettino di
biscotti con un pensierino. Ero tentata di aprire i biscotti e mangiarne di
nascosto uno, ma mi sono messa a leggere il bigliettino. Mi aspettavo qualche
frase sdolcinata sui papà, ma sono rimasta sorpresa (e compiaciuta), nello
scoprire che era una semplice frase dal Proclama al mondo, una che avreste sentito un migliaio di volte:
“Per disegno divino
i padri devono presiedere alle loro famiglie con amore e rettitudine e hanno il
dovere di provvedere alle necessità di vita e alla protezione delle loro
famiglie. La principale responsabilità delle madri è quella di educare i figli.
In queste sacre responsabilità padre e madre sono tenuti ad aiutarsi l’un
l’altro come soci con eguali doveri.”
Ho pensato fosse interessante, perché ho meditato su questa
frase per le passate due settimane. Nella mia mente, questa è una delle più
importanti, e potenzialmente più confusionari, passaggi del Proclama al Mondo.
Perché confusionari? Perché secondo alcuni, l’istruzione sulle responsabilità
primarie ed uniche di un marito e una moglie sembrano essere in conflitto con l’obbligo
di essere genitori uguali.
Immaginate una situazione analoga.
Io e mio fratello torniamo a casa da scuola e troviamo un
bigliettino di mia madre con la seguente frase:
“Fate in modo di
portare a termine i vostri compiti prima che rientri. Stephanie tu sei
responsabile della pulizia della cucina, e Josh, tu sei responsabile per la
pulizia della sala. Ma in queste importanti responsabilità, mi aspetto che vi
aiutiate l’un con l’altro come complici mentre non ci sono.”
Se queste fossero state le istruzioni lasciateci, penso che mio
fratello ed io ci saremmo fissati con sguardo assente per un minuto e poi ci
saremmo chiesti, “quindi vuol dire che entrambi dobbiamo pulire entrambe le
stanze, oppure vuol dire che una volta che io pulisco la mia stanza posso
andare a giocare? Cosa succede se io ti aiuto a pulire la tua stanza ma tu non
mi aiuti a pulire la mia? Chi sarà nei guai se quando la mamma torna la cucina
non sarà pulita? Solo io o entrambi? Perché la mamma non disse semplicemente, ‘Stephanie
pulisci la cucina, e Josh pulisci la sala’, oppure ‘entrambi pulite entrambe le
camere’?”
Ne stavo parlando con la mia amica Karissa l’altra settimana a
colazione, e lei ebbe un’intuizione che mi è suonata vera. Un modo per
interpretare questa parte del Proclama al mondo è che i padri hanno le redini in mano per ciò che riguarda il
mantenimento, e le madri hanno le redini in mano per quel che riguarda la cura,
e quindi questa posizione significa che hanno al responsabilità che gli
obiettivi vengano raggiunti – questo non implica che essi siano coloro che lo faranno.
Questo è come spesso vengono gestite le chiamate in chiesa. Pensate per
esempio al vescovo, il quale ha la responsabilità che l’ordinanza del
sacramento venga fatta in modo adeguato, ma non è lui che effettivamente la
esegue ogni Domenica.
Questo fa sorgere la domanda, come dovrebbero essere divisi
questi compiti in modo da agevolare gli uomini e le donne nell’essere “soci con eguali doveri”? Francamente,
non penso ci sia una risposta semplice a questa domanda. Molto dipende non solo
dalle circostanze personali di una famiglia precisa, ma anche dalle norme
culturali di quella società particolare. Per esempio, in diverse epoche e
società, il compito di educare e di mantenere la famiglia passò di mano in
mano. Le mogli lavorarono al fianco dei loro mariti nelle fattorie di famiglia
badando al raccolto e al bestiame così da dare le cose essenziali ai propri
figli. In alcuni paesi del terzo mondo, è l’unica opzione per una famiglia che
vuole sopravvivere. Pensate al mondo in cui Joseph Smith crebbe. Mucy Mac Smith
e Joseph Smith Sr. lavorarono insieme, giorni difficili per mantenere una
famiglia, e entrambi spesso lavorarono al fianco dei propri figli, insegnando
loro l’integrità, la morale, l’etica e la gentilezza.
Poi la nostra società incominciò a cambiare con la rivoluzione industriale,
portando i genitori fuori dalla casa e frenando le responsabilità del
mantenimento e dell’educazione. La storica Linda Kerber, spiega che la “tecnologia
industriale rimodella i contorni del lavoro domestico”, spingendo il lavoro del
padre lontano da casa e lasciando la madre con la responsabilità finale dello
sviluppo dei figli. Analogamente, in un articolo di Square Two, Michael Hardy osserva, “Durante questa era, la gente
incominciò a lasciare la campagna, dove il lavoro, incluso quello dei genitori,
era stato condiviso dai due sessi. Con l’urbanizzazione, i padri si avventurarono
nella città per lavorare, e le madri si sobbarcarono completamente il compito
di crescere i figli. La società consolidò i differenti ruoli economici dei due
sessi, con gli uomini che guadagnarono l’abilità di fare soldi sul luogo di
lavoro e avanzando nel mondo”.
Quindi, vediamo che la società americana è passata da una società
nella quale era facile (o almeno più facile) per mariti e mogli collaborare nei loro compiti di educare e mantenere.
Questo sembra più difficile nell’era industriale, almeno uno dei genitori deve
lasciare la casa (e difficilmente interagisce con i propri figli) così che la
famiglia possa sopravvivere, solitamente era il padre che usciva di casa così
da assicurare il mantenimento della famiglia, anche se l’ideale sarebbe che
nessuno dei due genitori debba lasciare i suoi figli per un tempo così lungo e
che entrambi siano in grado di continuare ad educare. Dopo tutto, come Anziano
Faust disse nel suo discorso intitolato Papà, torna a casa, “Sia il padre che la madre sono dotati per allevare i figli”.
La buona notizia è che la nostra società sembra muoversi verso
una situazione che favorisce una equa condivisione nelle responsabilità di
genitori. Ho sentito persone dire che, mentre la rivoluzione industriale ha
portato i genitori fuori dalle case, la rivoluzione tecnologica li può
riportare in casa. Parte di questa discussione scaturisce dall’ultimo post di
Kels sul dare alle donne opzioni di lavoro più flessibili così che non debbano
scegliere tra lavoro e famiglia, ma
penso che un aspetto importante di quella conversazione, che deve essere sottolineato, è il bisogno
di incoraggiare i padri ad utilizzare anche loro il lavoro flessibile da casa
oppure part-time. Per esempio, questo blog chiamato Equally Shared Parenting (Il
lavoro del genitore condiviso equamente) ha molte grandi risorse e suggerimenti
per i papà che vogliono mantenere la propria famiglia mentre mantengono un
ruolo molto attivo nell’educazione.
Sfortunatamente, come un opinionista ha sottolineato, “le nostre norme culturali non aiutano i padri ad avere
successo. In caso di divorzio, i padri faticano ad ottenere la custodia.
Discrepanze tra programmi di lavoro e di scuola stanno facendo crescere la
tensione in entrambi i genitori, ma gli uomini sostengono che la più grande
barriere alla qualità del tempo speso in famiglia dipende dalle più lunghe ore
di lavoro. E negli USA, dove la piaga dei padri assenti colpisce il sistema
sociale, il congedo di paternità è raro. In altri paesi industrializzati, come
l’Islanda, i neo papà hanno diritto a tre mesi di congedo pagato”. Questo
autore inoltre cita uno studio recente della Oxford University che “predice che
l’uguaglianza domestica non sarà raggiunta fino al 2050, quando uomini e donne
divideranno i compiti domestici e la cura dei figli in modo paritario”. Michael
Hardy ha inoltre osservato che le politiche statunitensi sul congedo di
maternità e di paternità attualmente sono “meno indirizzate verso la famiglia
di quelle Iraniane”. Penso che noi come mormoni dobbiamo metterci in prima
linea nelle discussioni su come possiamo facilitare il riportare i padri a
casa, e dargli il ruolo di provvedere alle loro famiglie e anche di nutrirle.
Passiamo molto tempo durante la festa della mamma discutendo la
difficoltà nel bilanciare ciò che le mamme affrontano, ma spero che parleremo
più spesso del bisogno che i padri hanno di trovare un equilibrio tra il lavoro
e la vita familiare, e penso che dobbiamo dare più risorse e supporto ai papà
che vogliono trovare questo equilibrio. Penso che queste discussioni siano
necessarie per migliorare l’essere “soci
con eguali doveri” tra mariti e mogli di cui si parla nel Proclama al mondo.
Voglio chiarire che so quanto benedetta io sia nell’appartenere
a una chiesa che incoraggia i papà a
mettere le famiglie al primo posto, ad amare le proprie mogli e i propri figli,
e a sacrificarsi per prendersi cura di loro, specialmente in un paese dove le madri single stanno crescendo, e molti uomini sembrano estremamente riluttanti a “legarsi”prendendosi
la responsabilità di una moglie e di figli. Comunque, penso che abbiamo tanto
lavoro davanti a noi per rendere la nostra società, una società che facilita le
abilità di entrambi i genitori nel mantenere e curare i propri figli
simultaneamente, così che entrambi siano in grado di veramente mettere i propri
figli al primo posto e fare il lavoro più importante in casa.
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P.S. Amo QUESTO articolo scritto da un papà casalingo che discute le sue
difficoltà nel trovare un equilibrio tra essere colui che mantiene la famiglia
e l’essere un genitore coinvolto nelle vite di sua moglie e dei suoi bambini.