Ho
sempre amato la Pasqua. Quando ero una bimba, probabilmente era per via delle
uova di Pasqua, ma quando sono cresciuta è diventato un momento dove pensare al
mio Salvatore e alla Sua Espiazione per me. Penso tanto che questo sia stato
grazie a mia mamma, e come lei ha sempre provato a rendere la Pasqua un periodo
durante il quale ci si focalizzava sul Salvatore, nonostante tutta parte
commerciale che circonda le uova di Pasqua. Ma quest’anno è stata un’esperienza
differente per me, e probabilmente è stata una delle Pasque piene di significato
che abbia mai avuto.
La
differenza?
È stato
il mio turno di insegnare a mio figlio il vero significato della Pasqua.
No, non
è stata la prima Pasqua del mio figlio più grande (anche se è stata la prima
del mio neonato). Ma è stata la prima volta anche ho avuto un figlio abbastanza
grande da essere veramente curioso sulle scritture e su Gesù e sulla Sua
Espiazione, e inoltre la prima Pasqua da quando sono diventata madre che non
ero in pieno stress preparandomi per gli esami di fine anno. Così quest’anno,
mi sono ricordata alcune cose che mia mamma faceva, e ho deciso di provare
qualcosa di semplice: ogni giorno, iniziando dalla Domenica delle Palme, avrei
nascosto 2 uova di plastica, uno per ogni ragazzo. E in ogni uovo, avrei messo
un disegno da me disegnato che simbolizzava qualcosa che Gesù aveva fatto
nell’ultima settimana della sua vita mortale (per esempio, la Domenica delle
Palme, un uovo aveva il disegno di una foglia di palma, e l’altro un disegno
diun asino). Quando i ragazzi trovavano le uova, ci saremmo riuniti insieme sul
divano e avremmo cantato una canzona Pasquale, allora ci saremmo raccontati la
storia, e qualche volta avremmo visto un video dal sito www.lds.org
E sapete
cosa? “Il momento Pasquale” è diventato il nostro periodo preferito della
giornata (anche se il piccolino spesso provava sopra di noi le 4 ruote motrici
mentre leggevamo delle storie del Nuovo Testamento al più grande). Il mio bimbo
di 2 anni ne è rimasto affascinato, e voleva sentire le storie in
continuazione. Io, in piena gravidanza, incominciavo a piangere durante ogni
storia delle Scritture che raccontavo o leggevo, durante tutti i video, e
durante molte delle canzoni (mi capita quando sono incinta – lo accetto e
basta). E per qualche ragione, insegnare l’Espiazione ai miei bimbi di 2 e 1
anno, anche se è stata una versione necessariamente molto semplice e basilare,
per me ha portato in casa, più forte che mai, la maestà e la bellezza della
sofferenza, morte e sopra a tutto, la resurrezione di Cristo che abbiamo
celebrato in questo periodo dell’anno. Mi sono ritrovata ad aspettare con
impazienza la Domenica di Pasqua come non mi succedeva da quando ero bambina,
ma questa volta per una ragione differente – volevo vedere la faccia di mio
figlio quando avremmo letto la storia di Maria e del sepolcro vuoto. Sì,
piangevo disperatamente durante la storia. Ma ho visto la sua faccia, la
felicità quando ha scoperto, insieme a Maria, che la tomba era veramente vuota,
e che Gesù, anche se era morto, era vivo ancora.
È stata
una Pasqua bellissima. Spero la prossima sia più o meno uguale. Forse questo è
il motivo per cui Dio ha mandato i bambini – perché quando proviamo a insegnare
loro una verità che conosciamo, noi scopriamo che è vera in un modo più
profondo.
Sono
grata per il mio Salvatore, e che Lui vive davvero – e sono grata per ciò che
significa per me, mio marito, e i miei due dolci bimbi.
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